lunedì 11 aprile 2016

Risotto al teroldego - prima versione


La foto non è speciale... forse anche colpa delle luci artificiali della sera. In verità il risotto viene di un bel rosso vino, intenso, esattamente come è il colore del vino in bicchiere, molto intrigante, per i miei gusti.

Il Teroldego è un vino dell'Alto Adige, di quelli corposi che piacciono a me. Non sono brava a descrivere i vini, e non mi azzardo a farlo, per non dire strafalcioni.
Io il vino lo bevo poco, mi piace assaggiare i rossi corposi, ma non sono un'esperta e soprattutto da un paio di anni a questa parte, forse per colpa della chemioterapia, proprio non riesco a sorseggiarli, nemmeno un sorso o due.
Ma il sapore - depurato dall'alcool - mi piace tantissimo e mi manca.

Così in questi giorni ho aperto una bottiglia di Teroldego e con essa ho ridato il bentornato alla mia voglia di pastrocchiare in cucina.

La settimana scorsa con un bella innaffiata di questo vino, ho fatto uno spezzatino da favola.

Ieri ho finalmente sperimentato il mio primo risotto con un vino. Spero il primo di una serie. Anche con altri vini.
In questo modo riesco a gustarmi il sapore senza l'alcool che al momento non sopporto.

Nei giorni passati ho un po' studiato qua e là per capire come "muovermi" in un tipo di risotto mai fatto. Ho indagato e capito più o meno come fare. Poi, come mia abitudine, ho fatto di testa mia.

La mia idea era di fare un primo risotto molto semplice, senza fronzoli, per sentire bene il sapore del vino ed eventualmente imparare come e cosa cambiare per le volte successive.

Non è complicato come procedimento e gli ingredienti usati sono davvero pochi:

Per 2 hg di riso ho fatto uno stufato (senza grassi, solo con acqua) di 2 cipolle abbastanza piccole, poi una volta cotta la cipolla, ho aggiunto 2 bicchieri di vino, il riso e man mano che procedeva la cottura, come da normale procedimento per un riso, aggiungevo brodo (vegetale e senza glutammato, per mio gusto personale).

A cottura ultimata ho mantecato con un po' di burro.

Al momento di servirlo temevo fosse troppo forte il sapore del vino, invece no, era molto saporito, ma non eccessivo.

E spolverato con il Parmigiano Reggiano il piatto diventava davvero eccezionale.

Già così, semplice, senza altre aggiunte.

Ma visto che la bottiglia di vino non è finita, sto già studiando quali modifiche immaginarmi per la prossima versione. Per questo ho denominato questa ricetta "prima versione".

Magari in settimana ve ne racconto una seconda...

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